C’è una energia che non si esaurisce mai, è l’energia di una chitarra elettrica. Lo sa bene Franco Giaffreda cantautore, chitarrista e compositore, nato a Lecco nel luglio 1970.
I ’70 sono gli anni d’oro del rock, gli stessi in cui Franco, ancora ragazzo, rimane folgorato dai tanti chitarristi protagonisti di quella decade e della precedente, come l’inglese Ritchie Blackmore e, soprattutto, Jimi Hendrix. Non è dunque un caso se l’intensa attività del cantante, iniziata nel 1989 negli Evil Wings, band con cui comporrà cinque dischi, vede un legame quasi inscindibile con la chitarra elettrica, a cui tuttavia Giaffreda affianca anche quella classica, mellotron e flauto.
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Grazie alle diverse esperienze in tutta Italia e la tecnica sulla “sei corde”, dopo essersi diplomato nel 1997 al conservatorio Verdi di Como Franco ha la possibilità di addentrarsi e sperimentare molti generi musicali (dall’heavy metal al progressive), arrivando nel 2007 a collaborare al fianco di musicisti e produttori del calibro di Claudio Dentes (Elio e Le Storie Tese), Flavio Premoli (PFM) e Antonella Ruggiero in due album di Fabio Concato: Azzurro e Concato e Oltre il giardino.
La capacità come cantante e flautista, oltre che chitarrista, lo portano inoltre nel 2013 a far parte dei Get’em out, tra le più importanti cover band dedicata ai Genesis dell’era Gabriel. Per sei anni i Get’em out ripropongono in tutto il nord Italia gli spettacolari concerti in costume della band britannica, con alcune importanti tappe fra cui il Blue Note di Milano e il “Genesis Day 3" di Nocera Umbra.
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In parallelo però, non viene a mancare la vena creativa e compositiva. Tra il 2019 e l’inizio del 2021 Franco registra infatti due full length di inediti: Gli strani giorni di Noi Nessuno e Apologia di un destino comune. Entrambi gli album sono due concept cantati in italiano, una scelta coraggiosa nel panorama rock che di solito predilige la lingua inglese.
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Se Gli strani giorni di Noi Nessuno affronta tematiche riguardanti i rapporti difficili che si vivono tra le persone nell’era contemporanea e postmoderna, Apologia di un destino comune, composto nel periodo del lock-down, narra invece la storia di tre persone durante l'avvento del Covid-19.